Il rampollo della famiglia diversamente reale (quelli veri siedono sui troni albionici, scandinavi e del benelux) ha dalla usa una grande fortuna, non puo' essere peggio dei suoi avi, padre compreso. Detto questo di lui si ricorda solo la passione bianconera (un pregio ce lo doveva pure avere) e l'incredibile costanza con cui riesce a sfornare banalita' in serie ed in diverse lingue. Alcune sue esternazioni sono poi degne di un museo delle scemenze come quando disse tra singhiozzi commossi che per colpa di una sentenza ingiusta fu costretto ad un'infanzia in esilio (solo per questo andrebbe messo alla gogna periodicamente in qualche piazza italiana)! Lo ricordo anche in una trasmissione pomeridiana di rai3 rispondere ad Augias che gli chiedeva cosa pensava del fascismo e del comportamento del nonno. Il savoiardo penso' di cavarsela con una frase probabilmente figlia della povera educaziione che i genitori gli poterono assicurare tra gli stenti del loro esilio ginevrino. -Che vuole, Dott. Augias- disse Filiberto Plasmon -la mia conoscenza del fascismo e dei fatti di quei giorni si basa piu' che altro sui racconti di mia nonna-. Una audience forse, vista l'ora, distratta da problemi di digestione stava cominciando ad applaudire (in Italia un applauso non lo si nega a nessuno) quando intervenne, grazie al cielo, Giordano Bruno Guerri che con il principino condivide la erre moscia -certo che se le nozioni sul fascismo del savoia si basano sui racconti della nonna, andiamo bene!-
Se i volti nuovi della politica hanno la preparazione di Filiberto senza numero di savoia forse e' meglio farci un'overdose di veline.