Mi e' capitato di ascoltare in diretta (magie del web) l'interessante conferenza stampa del simpatico ministro (lo so che fa ridere ma e' ministro del lavoro, niente di meno) sacconi. Il divertente esponente di forza italia, dopo aver risolto in tre minuti (esattamente, non scherzo) i problemi dei precari italiani, si e' un poco impapinato all'unica domanda rivoltagli: che fondi intende utilizzare? Con fare evasivo e sventolio di mani (il ministro e' molto gestuale) ha parlato di ragioni di bilancio e 100 milioni che ci sono ma non si e' capito bene dove. Forse per evitare altre domande si e' poi lanciato in una profonda analisi sui giovani italiani. Secondo lui, uno dei grossi problemi e' che il tipico giovane italiano rimanda troppo la sua entrata nel lavoro scegliendo di studiare fino ai 30 anni e di conseguenza rimandando cosi anche le decisioni determinanti per la sua vita (casa, famiglia, ecc.). Cosa c'entrasse non si e' capito bene ma ci fidiamo di lui perche' e' un vero esperto in materia continuando lui stesso a posporre la SUA entrata nel mondo del lavoro (le decisioni determinante per la sua vita invece le ha gia' prese, ha sposato la direttrice di Farmindustria, ex-direttrice di Autostrade SpA) a meno che, in caso ci volesse proprio far spanciare dalle risate, voglia considerare lavoro un non meglio precisato ruolo che ha ricoperto dal '95 al '01 presso una altrettanto non ben precisata agenzia Onu di Ginevra. Per la cronaca il ministro del lavoro e' assiso agli scranni parlamentari dal 1979 (il fondoschiena leccato a quei tempi era quello di bettino) quando aveva 29 anni (e' del 1950). Immagino che il vero messaggio sia questo: ragazzi, parliamoci chiaro, lasciate perdere le speranze di trovare lavoro, qui non si batte chiodo e poi, chi ve lo fa fare, ci si stanca. Piuttosto, fate come me, entrate in politica, non si fa un accidente, la paga e' buona, si possono dire le peggio stronzate e, ultimamente, gira pure la gnocca.